Rio e psichedelia

RioDi Rio, il nuovo romanzo di Leonardo Colombati, dottori, parlo in altra sede. Qui vorrei solo approfittare di un divertissement che l’autore si concede a pagina 271 per estrapolarne una serie di canzoni per roiordie. Sotto l’influsso di una non precisata polverina magica, il protagonista comincia a vedere un susseguirsi di cose strampalate sotto cui si celano una miriade di riferimenti nascosti a gruppi psichedelici. Iniziamo a svelarne partendo da un personaggio strano che si avvicina ad un microfono insieme ad bassista ed a un nano in velluto cremisi. Si presentano: sono Lord Cornelius Plum, Sir John Johns e The red Curtain, i falsi nomi sotto cui gli XTC hanno firmato i dischi come The dukes of stratosphear. Colombati non accenna a nessuna canzone in particolare ma il vostro Zuck ama Vanishing girl. Lord Cornelius parla di una nave di cristallo, riferendosi chiaramente a The Crystal ship dal primo album dei Doors. Si nutre di Electric Prunes e di bucce di banana. Si riferisce ai giardini di delizie come Garden of earthly delights degli XTC (ancora!). I biechi blu di Yellow Submarine e i cancelli dell’alba di The piper at the gates of dawn dei Pink Floyd (Zuck sceglie Astronomy Domine). E continua ancora, ma Zuck si ferma, se qualcuno volesse dargli una mano a decifrare anche gli altri, basta che acquisti e legga il romanzo di Colombati che non è nemmeno male, tutt’altro.
Per finire questi musici improvvisati si mettono a cantare. Cosa cantano?
Ma White Rabbit dei Jefferson Airplane, naturalmente.

Un pensiero su “Rio e psichedelia

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