Korn @ MTV Unplugged

Era il 1994 quando io ed i miei amici più che provinciali, di una provincia dove in quegli anni quasi neanche si riusciva a vedere MTV, scoprivamo la serie MTV Uplugged e la scoprivamo col botto! I Nirvana ad MTV, acustici: una cosa che per dei minchioni com’eravamo noi era stata tanto traumatica quanto bella! Come scoprire il sesso ma con Carmen Electra, una cosa così…

Poi gli anni passano, tu, tutto sommato, provinciale non ti senti più perchè i tempi son cambiati, le compagnie pure, ora viaggi di più, leggi, hai la tv satellitare e passi notti a guardare tutte le minchiate trendy che succedono dall’altra parte del mondo, hai l’ADSL flat e ti scarichi i podcast più fighi che trovi. Insomma c’hai lavorato su e tutto sommato sei abbastanza soddisfatto.

Una sera, ad un’ora abbastanza tarda, sei in poltrona, stai meditando se fare un’ultima scanalata sul satellite o buttarti a letto quando decidi di fare un’ultimo giro da 704 in su, sui canali musicali, giusto per abitudine. MTV Hits niente, solito Hip-Hop con enormi neri accompagnati da gnocche imperiali che, anche se non capisco le parole di preciso, stanno dicendo quello che dicono sempre:

…prendi una bottiglia di Cristal e aprila fra le tette della tua troi…
…spara a chi ti riga l’Hummer…
…io sono il pappa e voi le mie galline…

a volte la musica non è neanche male, ma molto più spesso è sempre uguale e molto mediocre, sicuramente la ricchezza sarà nelle sfumature del testo che, me ne spiaccio sinceramente, purtroppo non colgo. Andiamo avanti, passiamo a MTV Brand New, eccoli! STOP! Ci risiamo. Sono in pieno déjà vu, il 1994 è qui con me, non mi ha mai lasciato, Kurt Cobain è con me sul divano e tutti e due stiamo guardando i Korn ad MTV nella loro sessione Unplugged.

Ora, io non so se tu che leggi sei un fan dei Korn, io, ad esempio, non lo ero in modo particolare fino a pochi giorni fa, ma comunque stiano le cose fra te e i Korn io ti consiglio di ascoltare e possibilmente acquistare quest’album assolutamente, anzi tieni d’occhio il palinsesto di MTV (satelitare e non) perchè nei giorni successivi alla messa in onda che ho visto io hanno già fatto delle repliche, oppure vai qui.

Che cos’ha di speciale questa performance? Cominciamo dagli ospiti: Amy Lee degli Evanescence in Freak On a Leash e Robert Smith dei Cure in Make Me Bad / In Between Days, passando poi agli strumenti fra i quali, solo per elencarne alcuni, troviamo tamburi Taiko, seghe ed un gruppo d’archi ed ottoni.

La migliore al primo ascolto? Throw Me Away con i Taiko drums Ensamble.

Continua a leggere

Redneck woman/1

Redneck Woman  


People down in Florida can’t be still
When old Lynyrd Skynyrd’s pickin’ down in Jacksonville

Now be proud to be a rebel ‘cause the south’s gonna do it again and again

The South’s Gonna Do ItCharlie Daniels

Era il 1975 e la Charlie Daniels Band metteva su un pezzo, diventato una hit di quell’anno, intitolato The South’s Gonna Do It in cui venivano citati alcuni dei gruppi che negli anni successivi avrebbero fatto la storia del Southern Rock.
Quella che vi propongo oggi è una lista assolutamente parziale (di qui lo /1 in coda al titolo) di quelle che secondo me sono le canzoni che hanno fatto grande e fanno grande il Southern Rock.

  • Lynyrd Skynyrd (pronunciato ‘lÄ•h-‘nérd ‘skin-‘nérd), nome preso in onore del loro coach Leonard Skinner alla Robert E. Lee High School, a mio parere la più grande Southern rock band che sia mai comparsa al di sotto della cintura Amarillo – Tulsa – Springfield – Louisville – Charleston. Fra i brani che ho scelto senza dubbio il più rappresentativo di questa selezione è certamente Southern Women, un pezzo che trasuda del caldo umido del sud e di altri umori. Ma è un’altro il pezzo forse più redneck del mazzo: Sweet Home Alabama, un brano di spessore anche oltre il piano prettamente musicale. La leggenda infatti narra di come Sweet Home Alabama sia stata scritta da Ronnie Van Zant (“We thought Neil was shooting all the ducks in order to kill one or two”) come risposta scherzosa (Neil ha poi suonato in più occasioni dal vivo prorpio Sweet Home Alabama) a Southern Man di Neil Young
    Well I heard Mr. Young sing about her/Well I heard ol’ Neil put her down/I hope Neil Young will remember/A Southern Man don’t need him around anyhow
  • The Allman Brothers Band, nativi di Macon nella stra-confederata Georgia. Band tanto fortunata e talentuosa musicalmente quanto sfortunata nella vita (a dire il vero neanche i Lynyrd Skynyrd devono aver trovato un mazzo di quadrifogli…): il 29 ottobre del ’71, a Macon, muore schiantandosi con la moto contro un trattore (e anche qui c’è una leggenda…) Duane Allman; appena un anno dopo, l’11 novembre 1972, sempre a Macon, a poca distanza da dove era morto Duane, muore, ancora per un incidente in moto, Berry Oakley. Da notare che nella scena dei gruppi Southern gli Allman Brothers, fra tutti, erano quelli che incarnavano i valori migliori del sud, lasciando da parte la segregazione razziale ed una certa aura di conservatorismo che ha sempre ammantato chi sposava la filosofia redneck. Testimonianza ne siano il fatto che fra i loro membri ci furono musicisti di colore e che insieme ad altri gruppi della Capricorn presero posizione a favore di Jimmy Carter nelle elezioni presidenziali del ’76.
  • Creedence Clearwater Revival, a differenza degli Allman Brothers o dei Lynyrd Skynyrd, provengono da El Cerrito in California quindi dalla West Coast e non dal sud. Un gruppo con un momento di picco, se vogliamo, precedente, in pieni anni ’60 e con uno stile, sia musicale che comunicativo, differente dalla maggior parte dei loro contemporanei: pezzi brevi; mai ufficialmente schierati politicamente, anche con la guerra del Vientam in corso; contrari all’uso delle droghe (ierano gli anni ’60!). All’inizio, il loro decollo fu decisamente aiutato dalla rete underground delle radio FM di S. Francisco, così quando fecero il grande salto in AM si ritrovarono subito fra le Top 40 e fra il ’60 ed il ’70 i Creedence Clearwater Revival erano il gruppo rock che vendeva di più in tutti gli Stati Uniti.
  • Gretchen Wilson nata a Pocahontas in Illinois, lei è veramente il prototipo della redneck woman: dall’età di quindici anni ha lavorato come cuoca e cameriera in piccoli bar e ristoranti del sud più rurale, all’età di sedici anni va a vivere da sola ed a 20 entra a far parte di due gruppi con cui inizia a cantare nei bar. Da allora una carriera tutta in salita con un trasferimento a Nashville nel 1996, una collaborazione con John Rich, nel 2003 esce Here for the Party con 4 singoli nella US Hot 100 e nella US Country, nel 2006 esce All Jacked Up con 3 singoli nella US Country. Datemi retta, se incontrate questa ragazza siate molto galanti, altrimenti scoprirete una nuova accezione della parola molestia.
  • Jessica Simpson. Jessica Simpson?! Ok, vi spiego, questo post originariamente doveva intitolarsi “Bikini di pelle e tette sudate” (una vecchia cosa della gioventù…[sospiro]) quindi Jessica Simpson con These Boots Are Made for Walkin’ è più che adatta a stare qui. Punto.

Perchè intitolare il post Redneck Women? Perchè nel cuore di ogni uomo del sud c’è sempre (almeno) una donna.
Continua a leggere

Music Inc.: Queens Of The Stone Age & Eagles of Death Metal

Per certi versi il mondo della musica è un po’ come quello dell’Information Technology: dopo un po’ ci si accorge che gira gira in mezzo a tante facce quelli veramente in gamba più o meno son sempre quelli.

Esempio emblematico di questo star system è, oltre la onnipresente ed infallibile Linda Perry, la compartecipazione Queens Of The Stone AgeEagles of Death Metal. Mi spiego meglio:

Continua a leggere